I conbini sono dei tradizionali mini-market giapponesi aperti 24 ore su 24. In inglese corrispondono ai “convenience store” e sono moltissime le persone che, nonostante amino il sol Levante, non ne hanno mai sentito parlare. Eppure si tratta di negozi molto diffusi in Giappone, comuni e molto apprezzati. Il Giappone non è famoso solo per samurai, lottatori di Sumo, il monte Fuji, la puntualità dei treni pubblici, o l’efficienza del sistema postale. Anche i conbini concorrono a definire lo stile nipponico, la sua precisione, validità ed efficacia. Lo Shukan josei, un popolare settimanale giapponese, ha dedicato un ampio articolo a questi mini market simbolo di un Giappone moderno ed efficace.
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Conbini: qualità, convenienza e disponibilità
La rivista Shukan josei ha analizzato il fenomeno dei conbini, andando a ricostruirne le vicende storiche che hanno portato questo fenomeno a diventare così esteso nell’intero paese. L’idea di mini market aperti 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, è arrivata dagli Stati Uniti. Un’idea che è poi stato rielaborata dai Giapponesi, che ne hanno mantenuto la “convenienza”, ma alzandone il livello qualitativo.
Nei conbini, infatti, a differenza dei cugini americani, è possibile trovare una quantità di prodotti e servizi, numericamente superiore. Inoltre la qualità è superiore sotto ogni punto di vista. Il fenomeno conbini si è velocemente diffuso su tutto il territorio nazionale e oggi se ne contano oltre 50mila. In pratica un conbini ogni 2000 abitanti.
I mini-market hanno l’obbligo di rimanere aperti almeno 18 ore consecutive. Una caratteristica che li distingue dai kusuriya. Letteralmente traducibile in “farmacie”, in realtà i kusuriya non vendono medicine. Le medicine in Giappone, sono distribuite esclusivamente sotto prescrizione dagli ospedali. I kusuriya non hanno obbligo di orario di apertura e se ne contano uno ogni mille abitanti.
Conbini Japan: marchi, catene e struttura lavorativa
Esistono diverse catene di conbini. Tra le più famose ricordiamo: Seven Eleven, Lawson, FamilyMart, Sunqust, Ministop e molte altre ancora. Questi market sono visitati, ogni giorno, da oltre 40 milioni di persone. Una persona, ogni tre abitanti, spende in media 600 yen ciascuno all’interno di questi negozi. La media del fatturato dei conbini si aggira attorno a mezzo milione di yen, tenendo conto, comunque, che ci sono conbini sempre pieni di gente e altri, in zone rurali, vuoti o semi deserti.
Manager e commessi sono, quasi tutti, a contratto part-time. Il loro stipendio è legato, soprattutto, a forti incentivi sul fatturato. Ogni negozio e ciascuna catena rispetta determinati standard qualitativi. I prodotti in vendita non sono scadenti e le catene dei marchi più grandi, propongono sempre dei “servizi speciali ed esclusivi” per attirare più clienti. La concorrenza è spietata.
Prodotti e servizi disponibili
In questi negozi sempre aperti, è possibile trovare veramente di tutto: cibo, bevande, droghe legali, prodotti per l’igiene, prodotti per la cura e la bellezza del corpo, per la pulizia della casa, per la cura del giardino, cibo per animali, giocattoli, articoli che in Italia sarebbero reperibili nelle ferramenta, ecc…
Vari anche i servizi offerti. Nei conbini, infatti, le persone possono andare anche per usare semplicemente la toilette, oppure per comprare dei biglietti di un concerto o di uno spettacolo, per pagare delle bollette, o per stampare dei documenti. Alcuni negozi mettono a disposizione anche servizi piuttosto “particolari”, come, ad esempio, quello che consente di prenotare un funerale low-cost, pagandolo a rate.
Tachi-yomi – leggere in piedi – un fenomeno molto diffuso
Legato al mondo dei conbini, troviamo un altro fenomeno piuttosto particolare. Prende il nome di tachi–yomi e significa leggere in piedi. Nei mini market sono vendute anche molte riviste e libri, un po’ come nelle edicole o nelle librerie italiane. A differenza del Bel Paese, però, le persone possono entrare e mettersi a leggere quello che vogliono, per quanto tempo desiderano, senza avere l’obbligo di acquistare niente
Un gesto che in Italia e nella maggior parte dei paesi europei potrebbe essere percepito come negativo, maleducato, mal visto e scoraggiato. Ma non in Giappone. Qui, infatti, i commessi e i gestori dei negozi, permettono questo atteggiamento perché sanno che, due terzi degli utenti che leggono senza pagare, alla fine comprano qualcosa. Magari si tratta di qualcosa di piccolo e poco oneroso, ma vista la concorrenza spietata che c’è tra un negozio e l’altro, è comunque un guadagno sul quale poter contare. Viaggiare in Giappone riserva sempre qualche divertente e particolarissima sorpresa!