i 10 santuari di tokyo
Conosci la storia dei dieci santuari (十社 – jissha) di Tokyo che proteggono il palazzo imperiale? Dove si trovano? I loro goshuin?
Come sono nati? Chi li ha istituiti? Perché?
Vediamo insieme la storia dei 10 santuari di Tokyo.
Nell’antica capitale di Kyoto all’interno del palazzo imperiale vi era un santuario ufficiale in cui si poteva pregare per il benessere del paese e dei suoi cittadini, il nome di questo santuario speciale era “chokusaisha”(勅祭社).
Con il trasferimento della capitale da Kyoto a Tokyo si creò la necessità di stabilire un nuovo chokusaisha”(勅祭社).
Il 13 ottobre del 1868, l’imperatore Meiji visitò Tokyo e decise di stabilire nel castello di Kyūjō il palazzo imperale.
L’8 novembre dello stesso anno, lo stesso imperatore, designò dodici santuari nella vicinità del palazzo imperiale come luoghi di preghiera dove si poteva invocare una speciale protezione per la capitale e per la sicurezza dei suoi abitanti. Gli stessi venivano anche utilizzati per raccogliere offerte per il “Ministero delle Divinità” attualmente conosciuto come “Ministero dello Shintoismo”.
Ma questo sistema fu solo temporaneo e la designazione di questi dodici santuari fu abolita il 1 settembre 1870.
Successivamente fu stabilito come santuario dedito alla protezione della città e dei suoi abitanti il santuario di Hie che ebbe come scopo anche quello di raccogliere le offerte per il ministero di cui sopra e soprattutto era supportato dallo stesso governo per alcune sue spese.
L’origine dei 10 santuari
Il ripristino dei 10 santuari
Chi li ha ripristinati? Quando?
50 anni dopo, l’imperatore Showa decise di ripristinare il sistema dei santuari che proteggessero la città e il suo popolo.
L’imperatore instituì i “dieci santuari” (十社 jissha) affinché i devoti potessero visitarli, fare un pellegrinaggio e chiedere benedizione per loro e per il Giappone.
Dei dodici citati sopra sono esclusi quelli di Okuni Soul della città di Fuchu e Washinomiya della città di Kuki City perché troppo lontani dal centro della città.
I 10 santuari come una barriera
È interessante notare che ci sono mappe che evidenziano i “dieci santuari” (十社 jissha) come una sorta di barriera che protegge il punto chiamato “Palazzo imperiale – 禁裏”.
Potendo i devoti possono fare un pellegrinaggio dove è possibile raccogliere nella visita a ogni santuario i consueti goshuin (御朱印). Raccogliere i goshuin dei 10 santuari di Tokyo vi permetterà di vedere non solo delle parti della città mai vista ma anche di avere un souvenir unico.
I goshuin
Cosa sono? Dove comprare il libro per raccoglierli?
Potendo i devoti possono fare un pellegrinaggio dove è possibile raccogliere nella visita a ogni santuario i consueti goshuin (御朱印).
In particolare per la visita ai “dieci santuari” (十社 jissha) è possibile trovarne un goshuinchō (御朱印帳) ad hoc, che ha il costo di 1.500 yen, dove raccoglierli tutti. Altrimenti è possibile utilizzare quello che si ha già o acquistarne uno generico in un santuario.
Il goshuin è prova dell’aver visitato il santuario ed è simbolo di protezione.
La visita dei “dieci santuari” (十社 jissha) non dà particolari benefici in quanto ogni santuario ha la sua o sue divinità e quindi le proprie divine protezioni e virtù. La tradizione dice però che facendo il giro dei suddetti per quattro volte vi è un’alta possibilità che i desideri richiesti si possono avverare con più facilità.
Naturalmente non c’è un ordine prestabilito da seguire così come non c’è un tempo per concludere il pellegrinaggio. C’è chi lo fa in un giorno e chi un anno. Volendo si può seguire il percorso indicato dall’antica mappa che trovate sopra. Nel caso in cui si voglia fare il giro in un giorno solo è ricevere i goshuin (御朱印) è bene calcolare il tempo di apertura e chiusura dei gabbiotti, che si trovano nei santuari, preposti alla loro scrittura.
I goshuin dei dieci santuari
Quando visitarli
Molti si chiedono se c’è una stagione particolare per fare il pellegrinaggio dei “dieci santuari” (十社 jissha). Ecco delle indicazioni utili: il santuario Nezu è famoso per le azalee, il santuario Hakusan è famoso per le ortensie e il santuario Kameido Tenjin è famoso per i glicini, e si tengono rispettivamente il “festival dell’azalea”, il “festival dell’ortensie” e il “festival dei glicini”. Sebbene non si trovi nei recinti, Asukayama, l’ex territorio del Santuario di Oji, è noto per i suoi fiori di ciliegio. Il santuario di Akasaka Hikawa è noto per la sua abbondante vegetazione nonostante si trovi nel centro della città ed è un luogo fresco anche in piena estate.
In maniera non ufficiale, quindi non indicata dagli stessi santuari, diversi pellegrini fanno il giro dei 10 santuari di Tokyo il 10 ottobre (10/10). Anche questi due numeri non sono a caso: 10 santuari, 10/10!
Altra piccola curiosità che noterete visitando i vari santuari è che qualcuno davanti alla stanza della preghiera ha una campana ed altri no. Il suonare la campana secondo la tradizione shintoista ha un doppio significato: avvertire le divinità della propria presenza e purificarsi.
I 10 santuari di Tokyo
Jissha – la protezione del Giappone
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