Una delle cose che potreste fare nel vostro viaggio in Giappone è quella di raccogliere i goshuin (御朱印). I goshuin sono dei timbri rossi molto venerati dai giapponesi.

In quest’articolo vi spiegheremo tutto su di loro: cosa sono, dove raccoglierli e come raccoglierli.

Cosa sono i goshuin

Se sei stato in Giappone e hai visitato qualche santuario ti potrà essere capitato di vedere dei chioschi o dei posti dove delle persone porgendo una sorta di libro a dei monaci o delle persone addette a questo servizio ricevevano su di esso un insieme di ideogrammi scritti a mano e uno più timbri rossi. Questi sono propri i goshuin.

Infatti, letteralmente “goshuin” significa “sigillo rosso” o “timbro rosso”. In Giappone sono molto diffusi e diversi fedeli li raccolgono come segno di devozione alle varie divinità dei santuari.

L’origine del goshuin

Diverse sono le teorie su come siano iniziato i goshuin. La teoria più accreditata sostiene che sono iniziati per ringraziare, lasciando una sorta di benedizione, coloro che ricevevano e pagavano per i sutra (l’offerta veniva chiamata 初穂料 – Hatsuhoryo). Infatti, prima questi erano scritti a mano e quindi avevano un valore non solo religioso ma anche economico.

Ancora più difficile stabilire il tempo e il luogo di origine. La maggior parte degli studiosi sostengono però  che la diffusione dei goshuin ha avuto inizio alla fine del periodo Muromachi. Essendoci a quel tempo anche lo 神仏混淆 “shinbustu shugo”(“contaminazione di kami e buddha”) rende ancora più difficile capire dove abbia avuto inizio, se dalla parte del culto shintoista o buddista.

Nella seconda metà del periodo Edo iniziarono ad essere frequenti i pellegrinaggi. Ora per “certificare” la compiuta venerazione si iniziarono a diffondere ancora di più i goshuin che provavano la visita al santuario o al tempio.

Per certi versi questo ricorda quanto si fa nel cammino di Santiago, dove sulla credenziale viene apposto il “sello”, che attesta l’arrivo in una delle tappe, e che permetterà poi di ricevere la “compostela” a Santiago.

Come è fatto un goshuin

Il goshuin è una sorta di dipinto in quanto viene scritto a mano. Principalmente è composto da due colori: il nero e il rosso. Il nero viene usato per la scrittura dei pittogrammi, il rosso per il timbro vero e proprio. Ci sono dei santuari che aggiungono anche timbri di altro colore, tipo verde e blu, con dei disegni. Questo per renderli più belli.

In centro troverete il nome del santuario del tempio o del santuario. Sempre qui verrà messo il timbro principale rosso. In alto a destra la scritta “奉拝” che significa “culto” o “adorazione”. Potranno essere messi altri timbri che potranno variare a seconda delle stagioni. Di solito a sinistra viene sempre scritta la data di quando ci si è recati al tempio o al santuario per la venerazione.

I Goshuin
Com’è fatto un goshuin

Una rapida guida a cosa troverete sul goshuin:

  1. 奉 拝 = Houhai che significa “Adorare”, “Venerare”
  2. Oshi-in: è di solito la parte centrale del goshuin che è fatta dal timbro rosso che indica il nome del santuario o tempio. Può includere anche frasi in Siddham (Bonji) o meglio sanscrito.
  3. Il nome del santuario visitato. In questo caso “富岡八幡宮” “Tomioka Hachiman Jinja”.
  4. Indica il giorno, il mese e l’anno della visita conteggiato con l’anno imperiale.
  5. Timbro rosso che identifica il tipo di santuario visitato. In questo caso viene specificato che appartiene ai 10 santuari di Tokyo.
  6. Timbro rosso stagionale e /o tipico del santuario. Ognuno ha i suoi naturalmente.
Libro dei Goshuin
Libro dei Goshuin

Dove vengono raccolti e come raccoglierli

I goshuin non si possono raccogliere su quaderni personali, diari o fogli volanti questo andrebbe contro la natura stessa di quanto rappresenta in quanto è qualcosa di divino. I goshuin vanno raccolti nei goshuincho (御朱印帳) che sono dei quaderni a fisarmonica fatti di carta spessa e assorbente per l’inchiostro degli ideogrammi e dei timbri. Di solito vengono venduti proprio dove si richiedono i goshuin ed hanno un costo che può oscillare tra i 1.000-2.000 yen.

Esternamente hanno delle fantasie spesso legate al santuario o al tempio stesso. Per esempio, quello del tempio Gotoku-ji ha all’esterno dei gatti.

Come raccoglierli? Dopo essere entrato in un santuario o un tempo dirigiti verso lo spazio preposto per questo. Vengono di solito indicati con la scritta in giapponese della parola goshuin. Se sei in difficoltà prova a chiedere: “goshuin wa doko desuka?” vedrai che sarai aiutato a capire dove riceverlo.

Questo l’elenco di posti dove poterli trovare:

  • 御朱印所 (Goshuin jo)
  • 朱印所 (Shuin jo)
  • 納経所 (Nokyo jo)
  • 授与所 (Juyo jo)
  • 社務所 (Shamu sho)

Ecco delle buone norme da rispettare quando sarai nel luogo preposto per richiederlo:

  1. Porgere il goshuincho con entrambe le mani nella pagina dove si vuole che sia stampato
  2. Aspettare in silenzio e in maniera rispettosa mentre viene preparato.
  3. Lasciare l’offerta consueta che può variare dai 300 ai 500 yen. Quindi prepara tante monete se vorrai completare tutto il goshuincho.
  4. Riprendi il goshuincho sempre con due mani e ringrazia con un “arigatou”.

Attualmente ci sono santuari che li danno già scritti su dei pezzi di carta senza aver bisogno del libro dei goshuin.

Nei tempi e santuari più famosi forse dovrai fare la fila per ottenerlo. In altre forse dovrai suonare un pulsante per far venire l’addetto. Alle volte ti verrà dato un numero e poi verrai chiamato quando questo sarà pronto.

Se volete approfondire dove collezionare o ricevere dei goshuin molto belli potete approfittare per fare il giro dei jissha (十社) o delle “sette divinità della fortuna“. 

Non sono souvenir o francobolli

Forse per qualcuno i goshuin potrebbero essere una sorta di francobolli commemorativi o souvenir da collezionare andando in giro per i santuari o i templi. Questo perché ogni santuario ha un goshuin diverso.

Di solito questo kanji “御” (go) indica qualcosa di onorifico, qualcosa da venerare e da rispettare. I goshuin sono proprio questo. Quando lo si richiede o lo si riceve lo si dovrebbe fare con venerazione.

Anche in Giappone, come in Europa e in altre parti del mondo, si sta perdendo il significato profondo delle questioni di fede. Il goshuin è un esempio anche di questo. Alle volte può capitare di raccoglierli solo per turismo.

Nel caso in cui tu li voglia ricevere naturalmente non ci sono problemi. Raramente un tempio o un santuario ti rifiuterà di dartelo. Ma, per piacere, ricorda che è un segno di fede e che per i giapponesi è un qualcosa di serio e importante.