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Cosa è un pittogramma
Prima di parlare dei pittogrammi delle Olimpiadi di Tokyo 2020 vediamo velocemente cosa è un pittogramma.
Un pittogramma è un qualcosa di scritto e quindi un segno grafico che rappresenta quanto visto. Esso rappresenta per l’appunto quanto è stato visto e non udito.
Per esempio se si disegna un “cuore” per indicare la parola “cuore” esso è un pittogramma.
Oggi i pittogrammi si trovano spesso in locali pubblici. A tutti sarà capitato di vederli in aeroporti, teatri, cinema o nei segnali stradali.
La bellezza dei pittogrammi è che sono universali. Infatti, a differenza della scrittura alfabetica che richiede la comprensione della lingua questi sono universali grazie all’immagine.
Sfido chiunque a non capire che l’immagine di una doccia indichi doccia, quella di un uomo o una donna i loro rispettivi bagni, etc..
L’utilizzo dei pittogramma fu perfezionato nelle Olimpiadi di Tokyo 1964, le prime svoltesi in Asia. Qui per superare la barriera della lingua i pittogrammi si sono evoluti e qualcuno di essi, usati nelle stesse olimpiadi, sono diventati universali.
Come sono i pittogrammi Tokyo 2020? Prima vediamo velocemente la storia di quelli usati nelle Olimpiadi del 1964.
Breve storia dei pittogrammi di Tokyo 1964
Nel 1964 il Giappone era nel bel mezzo di una crescita economica importante. Pur se usciva perdente dalla Seconda Guerra Mondiale era riuscita a riprendersi e si presentava ufficialmente al mondo con le XVIII Olimpiadi.
Ma una dei problemi da affrontare era quello di come accogliere, ospitare e rendersi comprensibili a stranieri di culture e paesi diversi. La risposta fu quella dei pittogrammi.
Infatti, a quel tempo il numero di giapponesi che era entrato a contatto con gli stranieri era molto ridotto.
L’incarico per creare i pittogrammi fu dato a Masasa Katzumie come direttore artistico e Yoshiro Yamashita come disegnatore grafico.
I pittogrammi più diffusi a quell’epoca erano quelli dell’aeroporto di Haneda che spesso non erano molto comprensibili.
Per la loto creazione si avvalsero della collaborazione di undici giovani disegnatori ma si decise di non applicare il copyright sul loro lavoro in quanto i pittogrammi sarebbero diventati un bene comune ed, infatti, fu proprio così. I pittogrammi dopo le Olimpiadi di Tokyo del 1964 divennero simboli universali comprensibili da tutti indipendentemente dalla cultura, età e nazione.
Gli undici lavoratori spesso lavorarono a questi pittogrammi per ore e spesso di notte in quanto avevano altri lavori duranti il giorno. Rinchiusi nel Palazzo di Akasaka per ore hanno regalato al mondo simboli che ancora oggi sono utilizzati.
I pittogrammi delle Olimpiadi di Tokyo 2020
Per le XXXII Olimpiadi e Paralimpiadi di Tokyo sono stati creati circa 73 pittogrammi. Le persone chiamate a lavorarvi sono state il disegnatore Masaaki Hiromura e l’animatore Kota Iguchi.
Il tema da seguire è stato “innovazione dall’armonia”.
Ed infatti, come sempre i giapponesi hanno voluto portare un’innovazione anche questa volta. Il lavoro dei due ha dato vita non solo ai dei pittogrammi ma e delle vere proprie animazioni per ogni sport. Le immagini partono statiche su uno sfondo bianco, poi si animano e poi svaniscono per tornare alla posizione di partenza. Le immagini dei pittogrammi alle volte sono in movimento e altre si fermano ma tutte hanno una fluidità davvero spettacolare.
I nuovi pittogrammi, 50 per le Olimpiadi e 23 per le Paralimpiadi, utilizzano le sequenze degli sport più complessi partendo da semplici concetti come linee, cerchi e curve. Kota Iguchi spera che i pittogrammi cinetici aprano la strada e diventino uno standard anche per le prossime Olimpiadi o eventi internazionali.
I pittogrammi Tokyo 2020 utilizzeranno il colore blu scelto per il logo delle Olimpiadi fatto da Asao Tokolo ma alle volte ci saranno anche i colori tipici giapponesi kurenai, ai, sakura, fuji e matsuba.
Comunque i nuovi pittogrammi Tokyo 2020 confermano già quanto vogliono fare i giapponesi cioè dare al mondo le più innovative olimpiadi di sempre.
Ecco dove vedere i pittogrammi nella loro piena bellezza: