Il ramen giapponese (ラーメン) è un piatto di zuppa di noodle molto popolare apprezzato in tutto il mondo. Un piatto ben noto a livello internazionale soprattutto nella sua forma di noodle istantanei.
Ma è una pietanza che potrete gustare e apprezzare sempre di più durante il vostro viaggio in Giappone.
Contenuti
Cosa è il ramen giapponese?
Il ramen è un piatto proveniente dalla Cina e che ha fatto davvero molto strada e non solo perché è arrivato da molto lontano, ma anche perché nasce come un piatto veloce servito nei dormitori cinesi.
Oggi il ramen è una pietanza apprezzata da tutti i giapponesi ed è serviti dai ristoranti più semplici sino a quelli più rinominati o persino da ristoranti pluripremiati anche dalla guida Michelin.
Un piatto che sicuramente sarà gradito nella vostra vista in Giappone in quanto vi permetterà di spendere poco, di mangiare bene e di saziarvi in abbondanza.
Quando è stato introdotto in Giappone
Si racconta che il ramen sia stato introdotto dalla Cina nel tardo 1600 da Zhu Shunsui che serviva un famoso daimyo Tokugawa Mitsukuni e che si dice gli abbia servito una ciotola di noodles in brodo con carne e verdure.
Ma la teoria più attendibile è quella che questo piatto sia arrivato in Giappone nel tardo 19 secolo con l’apertura del porto di Yokohama ai paesi esteri. Da quest’ultima, e in particolare, dalla Chinatown di Yokohama si è poi diffuso in tutto il Giappone.
Infine, ultima teoria è quella che fu iniziato a vendere in un ristorante cinese aperto ad Asakusa nel 1910 dove da qui divenne famoso e si diffuse molto rapidamente.
Sicuramente la sua diffusione fu dovuta a due eventi.
Il primo legato al Grande Terremoto del Kanto del 1923 in cui il ramen fu iniziato a essere venduto in bancarelle per strada. Il secondo è la diffusione del ramen istantaneo creato dalla ditta Nishin nel 1958 e che ebbe ancora un maggiore diffusione con la creazione del cup noodle nel 1971.
Nota interessante è che fino al 1958 il ramen veniva chiamato “chukasoba” o meglio “soba cinese” perché proveniva dalla Cina (“Chuka” significa “Cina” in giapponese).
Che pasta si usa per il ramen giapponese
I noodles che si usano nel ramen hanno il formato di pasta lunga e abitualmente sono fatta con farina di grano e kansui, a questo si aggiunge dell’acqua alcalina che regola l’acidità nel processo di preparazione della pasta stessa.
L’ingrediente che rende i noodles del ramen speciali è il kansui (かん水). Questi gli conferisce il classico colore giallo e la consistenza elastica.
Abitualmente lo spessore della pasta varia tra: sottile, mediamente sottile, medio e grosso. Anche la forma può cambiare a seconda del tipo di ramen e può essere distesa, allungata e arricciata.
La preparazione dei ramen avviene in acqua bollente che vengono poi scollati e messi in un brodo condito con i vari elementi e topping.
I tipi di ramen giapponesi
Presentare tutte le varianti di ramen risulta alquanto difficile anche perché ne esistono davvero migliaia e variano dagli ingredienti, dalla regione dov’è preparata e dalla preparazione stessa.
Anche se esistono migliaia di varianti e di ricette del ramen, principalmente i tipi sono quattro: lo shoyu ramen, lo shio, il miso e il tonkostsu.
Lo shoyu ramen
Assodato che il ramen può essere è composto da tre elementi di base che sono la basta, il brodo e i condimenti uno dei tipi di ramen è lo shoyu. È il ramen originario, il più̀ tradizionale e antico, che nasce nel quartiere di Asakusa, Tokyo.
Lo shoyu, o meglio la salsa di soia, è l’ingrediente principale del brodo. Quindi non bisogna pensare che la salsa di soia sia messo solo sopra prima di servire il ramen. Il brodo è composto principalmente di shoyu è viene fatto bollire insieme agli altri ingredienti come le ossa, le verdure e gli altri ingredienti.
Il risultato è quello di un brodo marrone chiaro che è proprio il brodo dello shoyu ramen. Nel brodo sono immersi dei noodles ricci e alle volte anche un uovo.
Il miso ramen
È il ramen giapponese che proviene dalla regione di Sapporo, nell’Hokkaido e prende anche lui il nome dal suo ingrediente principale.
Il miso ramen nasce durante il periodo Showa (1926-1989) da un’idea di un ristoratore locale che volle valorizzare questo ingrediente.
Ne esistono vari tipi come quello rosso, d’orzo, bianco, e di soia.
Un ramen dal colore opaco ma dal sapore forte e saporito in cui vengono usati dei noodles molto spessi.
Lo shio ramen
È uno dei ramen più tradizionali e il nome deriva dagli ingredienti che spesso provengono dal mare. Inventato nella città di Hakodate che si trova nell’isola di Hokkaido ricca di frutti di mare.
Un ramen con un brodo leggero e trasparente. Shio (塩) letteralmente significa “sale” ma il brodo è fatto facendo bollire insieme le ossa di pollo, prodotti a base di pesce, katsuobushi (fiocchi di bonito) e brodo dashi.
Nello shio ramen di solito i noodles utilizzati per questo brodo sono ricci.
Il tonkotsu ramen
Un altro ramen giapponese che nasce nel periodo Showa ma a Fukuoka e cioè nell’isola del Kyushu è il tonkotsu ramen. Una zona dove si consuma e produce tanta carne di maiale.
Infatti, è proprio il maiale il protagonista di questo ramen e del relativo brodo. Brodo torbido e denso fatto facendo bollire le ossa di maiale.
Abitualmente per questo ramen giapponese si utilizzano tagliolini lisci e sottili.
I principali topping del ramen giapponese
Non si può parlare di ramen senza parlare anche dei suoi accompagnamenti o topping.
Di questi ne esistono davvero tanti ma i più comuni del ramen giapponese sono il brasato di maiale (chashu), il nitamago (uovo sodo dal cuore tenero marinato), i cipollotti, l’aomono (verdure verdi o alghe marinate, lessate, scottate o fresche), il narutomaki, lo zenzero, i semi di sesamo, aglio stufato o fritto, l’ajitsuke kikurage (funghi croccanti stufati), l’olio aromatizzato che può essere anche piccante.