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Kanji Giapponesi: quanti ne conosce un giapponese?
Per chi studia giapponese i kanji (漢字) risultano una delle parti più complesse da imparare. Questo non vale solo per gli stranieri ma anche per i giapponesi stessi che li imparano sin da piccoli. I kanji giapponesi sono quindi nemici o amici?
Ora in media un giapponese, secondo quanto indicato dal Ministero dell’istruzione e delle Scienze, conosce all’incirca 2000 kanji che prendono il nome di “kanji di uso comune” (常用漢字). ” Per essere più precisi, sono 2136 caratteri, con 4388 letture (2352 On e 2036 Kun). Alcuni di essi per facilitarne la lettura hanno il furigana ossia la scrittura in hiragana sopra di essi.
Naturalmente più si alza il livello di istruzione più il numero di kanji conosciuto aumenta. Un giapponese istruito con un livello medio ne può leggere 3000, chi fa un dottorato fino a 5000.
L’uso delle tecnologie moderne ha fatto aumentare il numero dei kanji giapponesi usati nella lingua quotidiana. Infatti, qualsiasi giapponese ora può leggere sicuramente più kanji ma ha difficoltà a scriverli a mano.
Un esempio di kanji difficile
Un esempio potrebbe essere il kanji “鬱” o “うつ” che significa “depressione” o “abbattimento” che presenta circa 29 tratti ed è uno dei più difficili da scrivere persino per i giapponesi. Sicuramente ora i giapponesi useranno questo kanji nella lingua parlata e forse anche nella lingua scritta con i mezzi tecnologici, ma quanti sapranno scriverlo a mano?
I kanji come pittogrammi o radicali
Ma i kanji sono amici o nemici per chi vuole imparare il giapponese?
Partiamo dal presupposto che imparare una lingua è un cammino e che non ci si può arrivare subito. Per imparare i kanji sicuramente bisogna partire dai livelli più bassi e iniziare con quelli del JLPT N5 che sono i più facili e che sono dei semplici pittogrammi. Per esempio月, 日, 人, 目, 山, 川, 皿, 雨, 火. Con questi basta usare l’immaginazione e vede in loro: luna, sole, persona, occhio, montagna, fiume, piatto, pioggia e fuoco.
Con l’andare avanti nell’apprendimento i kanji diventano dei “radicali” e quindi delle piccole unità o “grafemi” che si combinano tra loro come se fossero dei mattoncini LEGO.
L’esempio del kanji “genitore” (親)
Uno dei kanji giapponesi più comuni è quello di 親 (おや – lettura “oya”) che significa “genitore”. L’idea antica della rappresentazione di questo kanji nasce da un bambino che sale su un albero per giocare e il padre o la madre lo guardano. Proprio come farebbe un normale genitore che controlla e vigila sul proprio figlio.
Di seguito ecco l’immagine di questo kanji:
Kanji giapponesei: come vederli come amici
Quanti radicali ci sono? Nella lingua giapponese possiamo contare poco più di 200 radicali che vanno imparati. Questi tanto più li si combinano, tante più parole formano.
Come impararli? Con tanta pazienza… ripetendoli ad alta voce, scrivendoli a mano più e più volte in colonne, aiutandosi con le app o con materiale autentico da leggere online o cartaceo la loro conoscenza aumenterà e si vedrà nei kanji giapponesi degli amici e non nemici anche se alle volte litigheremo con loro perché non ci entreranno in testa.
Così facendo forse si potrà anche raggiungere la vetta più alta e più ambita tra gli studenti giapponesi e non solo: il “kanji kentei” (漢字検定) che è l’esame di conoscenza dei kanji che comprende 12 livelli. Questo esame parte dal 10 livello, il più facile, sino al 1 livello che è il più difficile. I livelli 12 e 11 sono esclusi in quanto sono troppo facili, quelli dei pittogrammi per intenderci. Nel livello 10 l’esame verte su 80 kanji, nel livello 1 su 6355 kanji!
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