Il Sumo è lo sport nazionale giapponese. Rappresenta, da sempre, l’anima più antica del Giappone e i suoi partecipanti, i lottatori di Sumo, sono tenuti in grande considerazione. La parola sumo significa, letteralmente: “strattonarsi”. La tecnica praticata consiste in una forma specifica di lotta corpo a corpo nella quale, due sfidanti, si affrontano con l’intento di atterrare l’avversario. È valido anche cercare di estromettere dalla zona di combattimento detta dohyo. La disciplina è nata ad Hokkaido ed è subito stata apprezzata in tutto il paese. Oggi rappresenta sicuramente uno dei motivi per cui vale la pena viaggiare in Giappone.
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Sumo: origini e storia
Nato agli inizi del VI secolo ad Hokkaido, il Sumo si è sviluppata come tecnica di combattimento da antiche pratiche religiose shintoiste, nonché da alcune particolari preghiere in cui erano richiesti raccolti abbondanti. All’inizio la disciplina era molto più dura. Oggi invece ricorda, almeno in parte, alcune pratiche simili alla boxe e al wrestling. I primi gruppi professionistici iniziarono a formarsi agli inizi del XVII secolo.
Lottatori di Sumo: caratteristiche e organizzazione
I lottatori di Sumo possono essere solamente uomini dal fisico imponente. Lo sport è precluso alle donne. I contendenti sono chiamati rikishi e si affrontano all’interno di una zona di combattimento denominata dohyo. Gli incontri hanno una durata variabile, che va da pochi secondi, a diversi minuti. Lo scopo, come abbiamo detto, consiste nell’atterrare l’avversario, oppure nell’estrometterlo dalla zona di combattimento.
La graduatoria generale è detta banzuke. I lottatori di Sumo sono suddivisi in categorie in base al peso e alla bravura dell’atleta:
- jonokuchi – divisione minore
- jonidan
- sandanme
- makushita
- juryo
- makuuchi
- Yokozuna (corda laterale) – a questa appartiene esclusivamente un unico lottatore di Sumo, il migliore. Dall’ultima categoria non è possibile retrocedere. Quando il miglior lottatore in assoluto reputa di non essere più in grado di combattere e vincere, si ritira spontaneamente e lascia il suo posto ad altri lottatori.
Tornei di Sumo
I lottatori di Sumo che si affrontano nei vari tornei, lo fanno nella città di Tokyo dal 1623. Con il tempo si sono aggiunti anche altri diversi tornei nelle città di Osaka, Nagoya e Fukuoka. Oggi i tornei sono ben sei e ciascuno prevede uno specifico programma d’incontri giornalieri. Ogni torneo dura in media 15 giorni consecutivi. Il torneo lo vince il lottatore di Sumo che totalizza il maggior numero di vittorie. Dopo otto incontri vinti, l’atleta sale di categoria. Dopo otto incontri persi, retrocede. Alla fine di ogni torneo è stilata una nuova classifica (banzuke).
I tornei si chiamano hon-basho e si tengono esclusivamente nei mesi dispari, sei volte l’anno, per 15 giorni consecutivi. A Tokyo le gare si tengono di gennaio, maggio e settembre. A Osaka invece i tornei sono solo a marzo, a Nagoya a luglio e a Fukuoka a novembre.
Per assistere a un torneo a Tokyo è possibile acquistare i biglietti degli eventi della palestra Kokugikan, nel quartiere di Ryogoku. Con l’occasione è poi possibile andare a mangiare anche il cibo dei lottatori di Sumo, vale a dire il Chanko Nabe da gustare in uno dei tanti quartieri come Tomegata o Kapou Yoshiba dove è possibile cenare e allo stesso tempo guardare un piccolo incontro di sumo dal vivo.
Lottatori di Sumo e rituali
Essendo uno sport molto antico, il Sumo è intriso di rituali e tradizioni della cultura giapponese. Riti che si svolgono prima e dopo il combattimento:
- Makuuchi dohyohiri – si svolge all’inizio della competizione e consiste nella presentazione di tutti i lottatori di Sumo al pubblico. Ogni combattente sale sul dohyo indossando un grembiule chiamato kenshomawashi, che riporta i simboli e i colori che lo rappresentano. I rikishi si presentano eseguendo determinati movimenti con le braccia e con le gambe.
- Yokozuna dohyohiri – l’apertura ufficiale dei combattimenti avviene solo in seguito a questo rituale, che consiste nell’entrata in scena dello Yokozuna che per l’occasione esegue uno specifico rituale propiziatorio.
- Lancio del sale – prima d’iniziare a combattere ciascun rikishi raccoglie una mangiata di sale da una ciotola e lo lancia sul dohyo. Un gesto con il quale i lottatori di Sumo richiedono protezione da infortuni, ferite e cadute.
- Shiko – è un gesto scaramantico che i lottatori compiono per allontanare gli spiriti cattivi dal dohyo. Consiste nell’alzare in alto una gamba e sbatterla forte a terra, ripetendo il gesto per entrambe le gambe almeno una volta.
- Danza con l’arco – è eseguita alla fine del torneo, da un giovane rikishi. Simboleggia la forza e la vittoria (l’arco in passato era il dono al vincitore della competizione), felicità e prosperità.