Per i cristiani abitualmente l’inferno è fatto di fuoco e zolfo ed è abitato da demoni raffigurati spesso con il forcone. Nell’est c’è invece una versione molto più raccapricciante e macabra di quanto tu abbia mai potuto pensare… parliamo del “jigoku” (地獄) o meglio l'”inferno giapponese“.

Il jigoku non è tipico del Giappone

Forse  chiamarlo “inferno giapponese” non è accurato al 100%. Sicuramente jigoku è il termine che i giapponesi usano per inferno, ma l’idea è in realtà presa dall’inferno buddista “naraka“. A ciò si aggiunge che il naraka era già stato modificato e adattata all’inferno buddista cinese “diyu” ed è stato attraverso il diyu che il Giappone avrebbe formato la propria mitologia infernale.

Ovviamente i tre si somigliano e si potrebbe dire che non c’è molta differenza tra di loro.

Resta il fatto che il termine jigoku stesso è specifico del buddismo giapponese.

Lo scintoismo ha il proprio termine per l’aldilà ma ci sono pochi cori angelici, campane, santi e dall’altro poco dolore, urla, fiamme e fuco. Il jigoku se vi piace il macabro potrebbe quindi risultare più interessante.

Esso è stato interpretato nella cultura moderna giapponese molte volte ed in particolare nei film. Ricordiamo il capolavoro del regista Nobuo Nakagawa chiamato proprio “Jigoku” a cui sono seguiti due remake fatti nel 1979 e nel 1999. 

Manifesto del film Jigoku (1960)
Manifesto del film Jigoku (1960)

Ma le rappresentazioni dell’inferno giapponese risalgono a tempi più antichi ed in particolare al periodo Heian (794-1185). Queste prendono il nome di Rokudō-e o meglio i “rotoli dell’inferno” che si possono trovare nel Museo Nazionale di Nara.

Differenze tra l’inferno giapponese e l’inferno dantesco

Il jigoku come l’inferno di Dante è suddiviso in diversi inferni maggiori e minori per quello dantesco meglio usare le parole “cerchi” e “gironi”.

Ma mentre l’inferno dantesco ha nove cerchi, il jigoku ha otto inferni caldi. Potremo pensare di aver battuto l’inferno giapponese in numero ma invece non è così.

In realtà ci sono otto inferni caldi e otto inferni freddi, quindi 16. Ma il punto è che tutto viene poi diviso così tanto che potrebbero esserci fino a 80.000 inferni o anche di più perché ognuno ha una specifica tortura e punizione per ogni tipo di colpa e peccato.

Come si arriva nel jigoku

Naturalmente tutto inizia con la morte. Dopo che si è morti si arriva in un luogo che è una sorta di purgatorio dove bisogna attraversare un fiume chiamato Sanzu (三途の川). Per attraversare questo fiume bisognerà pagare un certo prezzo che la tradizione vuole che sia di 6 mon che è un’antica moneta giapponese. Il fiume può essere attraversato in tre punti: un ponte,  un tratto profondo e pieno di serpenti o un guado. Il punto del passaggio dipende dai peccati e dalle colpe commesse.

© The Trustees of the British Museum - La corte di re Enma
© The Trustees of the British Museum – La corte di re Enma

Superato il fiume Sanzu si arriva ad un’aula di tribunale il cui giudice si chiama re Enma che non è proprio un analogo di Satana in quanto questo spinge le persone a peccare invitandole a fare il male. Il re Enma invece con la sua corte si occupa solo del giudizio e per farlo usa uno specchio. Se si è stati virtuosi o buoni si potrà andare nel “tengoku” (天国) altrimenti ecco che arriva il jingoku.

Cosa avviene dopo il giudizio

L’anima verrà preso in custodia dagli “oni” che sono dei personaggi simili agli orchi o ai demoni molto diffusi nel folklore giapponese. Questi si dilettano nell’infliggere dolore alle anime umane e lo faranno in perpetuo nell’inferno indicato dal re Enma.

Ogni inferno, come dicevamo prima, risponde ad un determinato peccato. Non c’è un ordine particolare in questi inferni ma ci sono livelli di gravità basati sui crimini che hai commesso.

Gli otto inferni del jigoku

Vediamo ora gli otto inferni maggiori:

  • Tōkatsu Jigoku (等活地獄, lett. L’inferno della rinascita)
  • Kokujō Jigoku (黒縄地獄, lett. L’inferno dei fili neri)
  • Shugō Jigoku (衆合地獄, lett. L’inferno schiacciante)
  • Kyōkan Jigoku (叫喚地獄, lett. L’inferno urlante)
  • Daikyōkan Jigoku (大叫喚地獄, lett. L’inferno delle grandi urla)
  • Jōnetsu Jigoku (焦熱地獄, lett. L’Inferno ardente)
  • Daijōnetsu Jigoku (大焦熱地獄, lett. L’inferno delle grandi fiamme)
  • Abi Jigoku (阿鼻地獄, lett. Inferno di Avici), chiamato anche Mugen Jigoku (無間地獄, lett. L’inferno della sofferenza ininterrotta)

Tōkatsu Jigoku: L’inferno della rinascita

Iniziamo con quello meno grave anche se non è affatto indolore: il “tokatsu jigoku” (等活地獄) conosciuto anche col nome di “inferno della rinascita”. Qui gli oni ti ridurrano in poltiglia sanguinolenta e ti faranno a pezzi gli arti e una volta che sarai morto e sparpagliato, verrai rimesso insieme solo per sperimentare l’intero processo più e più volte. Ecco perchè ha il nome di “rinascita”. Questo è l’inferno degli assassini che riguarda non solo l’uccisione di persone ma anche animali e persino gli insetti.

Jigoku
Rotolo dell’inferno (Jigoku-Zoushi), Tokyo National Museum

Kokujō Jigoku: l’inferno dei fili neri

Il prossimo inferno si chiama “kokujo jigoku” (黒縄地獄) o meglio l'”inferno dei fili neri”. I fili in questione sono usati per contrassegnare il tuo corpo con linee nere perché questi segni verranno usati come linee tratteggiate lungo le quali il tuo corpo verrà tagliato a pezzi. È questo l’inferno dove finiscono i ladri.

Shugō Jigoku: l’inferno schiacciante

Altro inferno è il “shugo jigoku” (衆合地獄), l'”inferno schiacciante”. Qui l’intera terra è una foresta di alberi con foglie affilate come rasoi in cui si viene tentati da visioni di persone care come amanti, genitori, amici che ti chiamano e che sono sugli alberi. Arrampicandoti le anime si tagliano e nel momento in cui si raggiunge la visione questa scompare per poi riapparire sotto di te portandoti a ripetere l’intero processo più e più volte.

Kyōkan Jigoku e Daikyōkan Jigoku: gli inferni delle urla

Vi è poi il “kyokon jigoku” (叫喚地獄) che è l'”inferno urlante”. Qui si viene messi in una pentola bollente o si è rinchiusi e arrostiti vivi. Il dolore è talmente atroce che le anime gridano di angoscia… ecco il perchè del nome “inferno urlante”. In questo inferno troviamo gli alcolizzati.

La versione più intensa prende il nome di “daikyokon jigoku” (大叫喚地獄) in cui le urla sono ancora più atroci è pertanto prende il nome di “inferno delle grandi urla”. È l’inferno dei bugiardi che hanno un chiodo di ferro conficcato nella loro lingua che viene poi usato per allungarla finché non si spezza. Naturalmente la lingua ricresce all’istante e gli oni ripetono questa tortura.

Jigoku
Rotolo dell’inferno (Jigoku-Zoushi), Tokyo National Museum

Jōnetsu Jigoku e Daijōnetsu Jigoku: gli inferni delle fiamme

Troviamo poi il “jonensu jigoku” (焦熱地獄), l'”inferno ardente”.La pena ricorda quella dell’inferno cattolico ed è quella di essere bruciato in un mare di fiamme. 

A questo inferno segue il “daijonensu jigoku” (大焦熱地獄), l'”inferno delle grandi fiamme” in cui la pena del quasi omonimo inferno e decuplicata.

Qui troviamo coloro che hanno peccato contro gli insegnamenti buddisti e quindi ladri, assassini e malvagi in genere.

Abi Jigoku o Mugen Jigoku: l’inferno della sofferenza ininterrotta

Alla fine troviamo l’inferno peggiore il “mugen jigoku” (無間地獄) che è l'”inferno della sofferenza ininterrotta”. È la parte dell’inferno giapponese in cui troviamo le persone che hanno infranto ogni singolo insegnamento buddista, hanno ucciso i propri genitori, hanno assassinato santi. È rappresentato con una fossa così profonda in cui si cade per migliaia di anni andando alla massima velocità. Se e quando si arriva in fondo quello che si trova è qualcosa di indescrivibile il cui il solo saperlo o descriverlo manda una persona alla follia.

A differenza degli altri inferni dove l’anima si può anche ravvedere per poi rincrescere, nel mugen jigoku l’anima è perennemente nel dolore e nella sofferenza.

nell’improbabile caso in cui restituisci la tua anima porta con sé il cattivo karma di mugen jigoku nelle sue prossime vite è vero che la sofferenza che sperimenti in ogni altro inferno ha lo scopo di darti una tabula rasa tranne che per ‘mugen jigoku’ se sei stato all’inferno infinito la tua anima è permanentemente contaminata e la porterai con te per l’eternità.

Conclusione sull’inferno giapponese

A differenza dell’inferno in cui ci si può finire in quanto il demonio può indicare la strada della tentazione nel jigoku ci puoi finire solo per le colpe che tu stesso, nella tua più piena volontà e libertà hai scelto.

Il jigoku è un luogo di sofferenza atroce ma è anche un luogo in cui ci si può ravvedere, purificarsi e ricominciare la nuova vita in modo migliore. La nuova vita nella reincarnazione potrà così raggiungere il tengoku ed evitare il jigoku.