Nel vostro viaggio in Giappone troverete spesso al di fuori dei ristoranti o nei negozi di souvenir delle statue del “gatto che invita” o maneki neko (招き猫). Ma qual’è la storia del maneki neko? Qual’è la leggenda del maneki neko?
La seguente satira è presa direttamente dal tempio Gotokuji (豪徳寺) di Tokyo che si trova nel quartiere Setagaya di Tokyo. È quindi la versione più attendibile della leggenda del maneki neko in quanto si dice che la sua storia sia iniziata proprio qui.
Le altre versioni si differenziano di poco ma il senso rimane sempre lo stesso: il gatto invita qualcuno e gli cambia in qualche modo la vita.
L’inizio della storia del maneki neko
Nel tempio Gotokuji si trova la tomba di li Naosuke (1850–1860), un importante politico del governo Tokugawa del tardo periodo Edo.
Anche se il tempio è rinomato come un tempio Zen austero, è un tempio famoso per i suoi simpatici gatti che hanno la loro zampa alzata.
Entrambi i personaggi su citati hanno una connessione e una storia in comune con il tempio. Ecco la storia del monaco e del gatto che invita.
Molto tempo fa, quando il tempio era una capanna malandata e il monaco poteva a malapena vivere con le piccole entrate che guadagnava come mendicante. Il monaco aveva un gatto e se ne prendeva cura come se fosse suo figlio, condividendo con lui il suo pasto.
Un giorno disse al gatto: “Se mi sei grato, porta un po’ di fortuna al tempio”.
Dopo molti mesi, un pomeriggio d’estate il monaco sentì dei rumori intorno al cancello, e vide cinque o sei guerrieri samurai che stavano tornando a casa dalla caccia al falco avvicinarsi a lui e lasciare i loro cavalli.
Dissero: “Stavamo per passare davanti al tuo cancello, ma c’era un gatto accovacciato e improvvisamente ha alzato una zampa e cominciato a salutarci appena ci ha visto. Eravamo sorpresi e incuriositi, che ci ha portato a venire qui per chiedere un po’ di riposo”. Così, il Monaco servì il suo tè amaro e disse loro di rilassarsi.
La conversione di li Naosuke grazie al monaco e al gatto che invita
Improvvisamente il cielo si oscurò e cominciò a cadere una forte pioggia con tuoni. Mentre aspettavano a lungo che il cielo si schiarisse, il Monaco predicò Sanze-inga-no-hou( 三世因果の法, sermoni sul passato, presente, futuro).
I samurai erano entusiasti e cominciarono a pensare di convertirsi al tempio.
Immediatamente, uno dei samurai annunciò: “Il mio nome è Naosuke Ii, sono il daimyo di Hikone, prefettura di Koshu. Grazie all’invito del tuo gatto, abbiamo potuto ascoltare la tua predicazione. Questo ha aperto i nostri occhi e sembra essere l’inizio di qualcosa di nuovo. Questa deve essere la volontà di Buddha”.
Al termine della pioggia Ii Naosuke e gli altri samurai tornarono a casa.
Naotaka donò al tempio enormi campi di riso e terre coltivate per fare il tempio grande e generoso così come lo è ora.
Grazie al maneki neko, la fortuna era arrivata al tempio. Pertanto, il Gotokuji è chiamato il tempio del gatto che invita o meglio del maneki neko.
Il monaco, alla morte dell’amico felino, lo seppellì nel tempio e benedisse la sua tomba.
In seguito fu eretta la statua del simpatico gatto che invita, affinché la gente potesse ricordare l’episodio e venerarlo.
Ora tutti conoscono il tempio come il simbolo della serenità domestica, della prosperità negli affari e della realizzazione dei desideri.
Ancora oggi molti devoti donano un maneki neko al tempio ed esprimono i loro desideri.