Come e cosa hanno notato i primi europei che sono stati in Giappone? Possiamo chiederlo a Luis Frois che si è occupato di redigere la prima descrizione della vita in Giappone e della storia giapponese.

Questi era un gesuita nato a Lisbona che ha vissuto la sua missione in Giappone. È stato l’autore di “Il «Trattato» di Luís Fróis. Europa e Giappone. Due culture a confronto nel secolo XVI“. Libro, scritto nel 1585, che contiene in modo molto abbreviato e sintetico alcune contraddizioni e differenze nei costumi tra i popoli d’Europa e il paese del Sol levante.

Premessa di Luis Frois

Naturalmente la prima cosa che risalta agli occhi di Luis Frois e la differenza di usanze e costumi in maniera generica.

Cosa alquanto normale vista la distanza e il diverso contento di vita.

Egli nota queste differenze ma alla stessa tempo loda e sottolinea che è una cultura civilizzata, che hanno un genio vivo e sono naturalmente intelligenti.

Firma di Luis Frois
Firma di Luis Frois

Le differenze fisiche tra i giapponesi e gli europei

Luis Frois evidenzia prima di tutto le differenze fisiche.

Sino nota che per quanto riguarda la corporatura gli europei sono più alti e ben sviluppati rispetto ai giapponesi e come gli europei considerano belli gli occhi grandi al contrario dei giapponesi che pensano che siano orrendi. Questi considerano belli gli occhi stretti nell’angolo interno dell’occhio. Gli europei pensano che sia strano avere gli occhi bianchi, i giapponesi lo considerano addirittura mostruoso ed è raro tra loro. 

Gli europei hanno nasi lunghi e a volte aquilini, i giapponesi hanno nasi corti e piccole narici. E riguardo alla barba, Luis Frois nota che gli europei hanno generalmente barbe folte di cui sono onorati e orgogliosi, i giapponesi di solito hanno barbe rade e incolte e sono più onorati di un ciuffo di capelli che si trova nella parte posteriore della loro testa. 

Riguardo al taglio entrambi li hanno molto curati e quando tagliati portano sollievo, ma i giapponesi li rimuovono con le pinzette sopportando dolore e lacrime nel processo il taglio dei capelli e fatto invece per manifestare il dolore o la loro caduta in disgrazia.

Altre differenze fisiche evidenziate sono che tra gli europei ci sono molti uomini e donne che hanno lentiggini, invece i giapponesi hanno la pelle chiara e raramente hanno lentiggini. Tra gli europei, inoltre, non è comune avere un viso butterato, tra i giapponesi, invece, è molto comune e questo spesso era dovuto al vaiolo che li portava alla perdita della vista. 

Riguardo al viso, per gli europei le cicatrici facciali sono considerati una deformità, i giapponesi  invece ne sono orgogliosi e perché le ferite sono mal curate queste possono deformare il viso e risultano difficili da guardare.

Come erano gli abiti europei e giapponesi?

Luis Frois esami nel suo libro anche le differenze tra i vestiti europei dell’epoca e quelli giapponesi.

Gli europei dell’epoca tendevano ad avere lo stesso vestito per tutto l’anno durante le quattro stagioni. Al contrario, i giapponesi cambiano il loro vestito tre volte all’anno: d’estate  indossavano un katabira (帷子), d’autunno l’akiwase (秋袷) e di inverno il kimono (着物). 

A riguardo viene notato che tra gli europei indossare abiti fatti di tessuti stampati era considerata una follia e un’assurdità ma tra i giapponesi tutti, tranne  i monaci o coloro che erano anziani con la testa rasata, indossavano abiti fatti di tessuti stampati. Però gli europei cambiavano più spesso il tipo di abbigliamento ed erano più soggetti alla moda rispetto ai giapponesi.

Pe i colori invece Luis Frois fa notare anche la differenza nell’uso del colore nero che gli europei usano per il lutto a differenza del bianco usato dai giapponesi per questa occasione. Anche se i monaci nelle loro funzioni si vestivano di nero.

Gesuita e nobile giapponese
Gesuita e nobile giapponese

Le armi giapponesi e quelle europee secondo Luis Frois

Gli europei da tempo immemore usavano la spada a doppio taglio, i giapponesi usano una sorta di sciabola che ha un solo lato tagliente. 

Anche il modo in cui venivano testate era diverso: per gli europei su legname o animali, sui cadaveri umani per i giapponesi. Si riteneva che una buona spada giapponese dovesse tagliare almeno tre corpi.

Anche l’estetica era diversa in quanto le spade europee hanno pomeli, manici rifiniti o altre adornamenti a differenza delle giapponesi che non ne hanno.

Le donne giapponesi e le donne europee

L’autore del “Trattato” non poteva fare a meno di notare le differenze che vi erano tra uomini e donne.

Una delle cose notate è il rapporto tra donna e relativa verginità. L’Europa da tempi immemori cristiana la vedeva come una virtù e se persa era una perdita di onore. In Giappone non badavano alla purezza verginale, né alla perdita della verginità. Questa, infatti, non le privava dell’onore o del matrimonio. Il concetto di castità prematrimoniale fu un qualcosa introdotto dagli americani durante la ricostruzione dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Le donne in Europa apprezzavano molto e facevano tutto il possibile per avere i capelli biondi, le donne in Giappone li aborrivano e facevano di tutto per renderli neri. Infatti, al tempo di Luis Frois, il colore usato era il nero corvino o “nubatama” (射干玉) che era l’emblema della bellezza.

Le donne europee si dividevano i capelli sulla fronte. In Giappone si rasavano la fronte e nascondevano la parte rasata. 

Per quanto riguarda, invece, l’uso delle parrucche le dame europee raramente aggiungevano capelli di altre fonti ai propri. Le donne in Giappone acquistavano, attraverso il commercio con la Cina, molte parrucche. 

Altra differenza era riguarda al trucco. Le donne in Europa pensavano che era poco attraente per il loro viso l’uso di polveri sul viso, le donne nipponiche, al contrario, pensavano che più strati di polvere bianca venissero applicati tanto più si ere belle. 

Luis Frois non potè fare a meno di notare la distinzione tra i denti delle giapponesi e quelli delle europee. Le donne in Europa facevano uso di metodi e intrugli per sbiancare i loro denti, le donne giapponesi usavano ferro e aceto per rendere la loro bocca e i loro denti neri.

E sempre riguardo all’estetica Luis Frois fa notare che le donne europee erano già solite avere il buco degli orecchini a differenza delle donne giapponesi che non ne avevano. La ragione è dovuta al fatto che nella cultura asiatica l’orecchio è sinonimo di buona fortuna. Ancora oggi ci sono donne giapponesi che usano orecchini a clip invece di avere il buco.

Altra differenza tra le donne europee e quelle giapponesi e sull’uso del profumo fatto dalle donne europee. Di solito il profumo delle donne giapponesi era quello del mizuabura (水油) che era un olio fatto di sesamo e camelia che si usava spesso per i capelli. È interessante notare come le donne europee potessero risultare più profumate anche se facevano il bagno molto meno di frequente rispetto alle donne giapponesi.

Altra differenza da notare era il concetto di ripudio. In Europa era qualcosa di scandaloso, ma nel Sol levante non era così, anzi di solito lo compivano spesso le donne ripudiando i loro mariti.

Il “Trattato” di Louis Frois mette in evidenza che in Europa gli uomini camminavano davanti e le donne dietro. In Giappone gli uomini camminano dietro le donne davanti. 

Bellissima sottolineatura fatta dall’autore del “Trattato” è che in Europa la proprietà è tenuta in comune da marito e moglie, al contrario del Giappone dove ognuno possiede la sua e a volte la donna presta la sua al marito a tassi d’interesse esorbitanti!

Si evidenza l’indipendenza delle donne giapponesi in quanto le donne europee non uscivano mai di casa senza il permesso del marito, mentre in Giappone le donne erano libere di andare dove volevano all’insaputa dei loro mariti. 

Come era visto a quel tempo invece l’aborto in Giappone e in Europa? In Europa pur esistendo erano poco frequenti. In Giappone questi erano più comuni, tant’è che Luis Frois dice di aver conosciuto donne che  avevano avuto anche venti aborti. 

Ma i neonati in Giappone venivano uccisi anche dopo la nascita pestandogli il collo quando sapevano di non potergli dare da mangiare. In Europa un neonato era rarissimamente e quasi mai ucciso dopo.

Arrivo-Portoghesi-in-Giappone
Portoghesi in Giappone

Diversità di usanze e di costumi notate da Luis Frois

Luis Frois nota tantissime diverse di costumi qui ne presentiamo solo qualcuna.

Gli europei già da allora consideravano il passeggiare come un grande svago oltre che molto salutare e calmante, i giapponesi non vanno affatto a passeggiare e sono stupiti e di questa attività dei portoghesi che vedono come una difficoltà e dipendenza.

In segno di rispetto e cortesia l’europeo era solito togliersi il capello a differenza dei giapponesi che si toglievano le scarpe. Così come altra differenza notata da Luis Frois è che gli europei mostrano omaggio e riconoscevano autorità mettendo un ginocchio sul pavimento, invece, i giapponesi si prosternano con le gambe, le braccia e la testa praticamente piatte a terra.

I giapponesi usavano spesso il ventaglio, portato nella loro cintura, senza il quale sarebbero considerati vili o miserabili a differenza degli europei dove portarlo era considerato effeminato.

Così come guardarsi nello specchio era effeminato per gli europei e normale per i giapponese. La differenza si basava forse sul fatto che la vanità per i cristiani era considerato un peccato. 

Così come per gli europei era assurdo avere in qualsiasi parte dell’anno abiti che potessero fare vedere parti del loro corpo. In Giappone, con i jinbei (甚平) per esempio, questo poteva capitare.

Ma la lista di Luis Frois è quasi infinita…

I bambini giapponesi imparano prima a scrivere e poi a leggere.  

In ogni pasto giapponese è compresa sempre la zuppa. In Europa donne e uomini mangiano insieme, in Giappone invece in tavoli separati. Gli europei che spesso mangiavano con le mani spesso le lavavano durante il pasto a differenza dei giapponesi che usavano le bacchette. 

E sull’alimentazione nel “Trattato” si legge di come nel Sol levante si mangiasse già il pesce crudo o le alghe e si bevesse tenendo il bicchiere con le due mani. Tutte cose che in Europa non avvenivano.