Il Sengakuji è un famoso e popolare tempio buddista conosciuto in tutto il Giappone e si trova nella città di Tokyo. È una meta che accoglie ogni anni numerosi che turisti e giapponesi che vogliono onorare, mettendo sulle loro tombe dei bastoncini di incenso, o conoscere meglio la storia del 47 ronin.

Uno dei luoghi che se pur fuori dai comuni itinerari turistici merita una visita nel proprio viaggio in Giappone per poter respirare un’atmosfera unica che ancora sorprende e affascina.

Il significato spirituale del Sengakuji

Esistono numerosi lignaggi buddisti e Sengakuji appartiene alla scuola Soto Zen che ha due grandi templi principali, Eiheii sulla costa nord-occidentale e Soji vicino a Tokyo.

Il Maestro Zen Dogen introdusse il lignaggio Soto in Giappone e fondò Eiheji.

La principale opera scritta del Maestro Dogen, attualmente disponibile in varie traduzioni, lo “Shobogenzo“, esprime la sua comprensione della pratica e della dottrina buddista. 

Gli insegnamenti buddisti di questa scuola sottolineano che tutti noi possiamo vivere come Buddha agendo con sincerità e lasciandoci guidare da una saggezza onnicomprensiva e da una profonda compassione. Il maestro Dogen ha insegnato che lo Zazen (meditazione buddista), se praticato al di là della coscienza discriminante, è la realizzazione attuale del Buddha. Egli raccomandava ampiamente lo Zazen ed era sua ferma convinzione e desiderio che questa pratica potesse costituire la base di un’autentica “via” o mezzo di salvezza.

Senkakuji Ingresso 47 ronin
L’ingresso del Sekakuji

Storia del tempio di Sengakuji

Il Sengakuji fu costruito da Tokugawa Ieyasu, il primo shogun dell’epoca Edo, nel 1612 vicino al castello di Edo come istituzione della tradizione di Dogen. Tuttavia, dopo soli 30 anni, fu devastato da un incendio che portò alla ricostruzione nel sito attuale.

Il Sengakuji è oggi considerato un tempio strettamente legato all’Ako Gishi, ma in realtà era uno dei tre principali templi Zen Soto di Edo (l’antica Tokyo) ed era conosciuto a pieno titolo come una prestigiosa istituzione buddista. Molti monaci devoti si riunivano da tutto il Giappone (si dice che a volte il numero arrivasse a 200) per approfondire la pratica e lo studio delle discipline buddiste.

Ancora oggi questa tradizione continua. I numeri sono notevolmente diminuiti, ma i giovani monaci in formazione continuano a praticare qui mentre studiano il buddismo all’università.

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Le tombe dei 47 ronin

In quest’area si trovano le tombe di Asano Naganori, signore feudale di Ako, e di sua moglie Yozeiin, nonché quelle dei 47 Ako Gishi (47 Ronin di Ako), tra cui il loro capo Oishi Kuranosuke Yoshitaka e il suo figlio maggiore Oishi Chikara, oltre a un cenotafio per il loro ex compagno Kayano Sanpei. 

I 47 ronin sono stati resi famosi in opere storiche che ne ritraggono la vita e che sono state intitolate “Chushingura” (La storia dei leali custodi).

Chumon (Porta di mezzo)

In origine Sengakuii aveva tre porte: Somon (Porta esterna), Chumon (Porta di mezzo) e Sanmon (Porta principale). Chumon e Sanmon rimangono ancora oggi.

La Porta di Mezzo fu ricostruita alla fine dell’epoca Edo, sotto il 35° abate, nel 1836.

La scritta sopra la porta “萬松山” (Banshozan) scritta da un monaco cinese è il nome della montagna di Sengakuji e significa “montagna dei pini marittimi”.

Statua di bronzo di Oishi Kuranosuke

Il capo degli Ako Gishi o 47 fedeli che guidarono l’attacco alla residenza di Kira. La statua è stata costruita nel 1921. Tiene in mano un rotolo che elenca i nomi dei servitori fedeli.

Pozzo Collo _ Tempio Senkaku ji
Il pozzo nel tempio

Sanmon (Porta principale)

Questa porta è stata ricostruita nel 1832 sotto il 34° abate.

Al piano superiore si trovano 16 statue di “Arakan” (Arahat) o santi buddisti. Sul soffitto del piano terra è visibile un drago di bronzo.

La scritta sopra la porta “泉岳寺” (Sengakuji) è stata scritta da Ono Yakuan, che ha studiato la calligrafia Zen (bokuseki) dei periodi Jin e Tang della Cina.

Hondo (Sala principale)

L’edificio originale è stato distrutto durante la seconda guerra mondiale. La costruzione attuale è stata realizzata 8 anni dopo.

La statua principale è quella di Shakyamuni Buddha (il Buddha storico). Sono inoltre conservate le statue di Maestro Dogen e del Maestro Keizan, i due principali “patriarchi” della setta Zen Soto, e di “Marishi-ten” (Marici), il dio protettore di Oishi Kuranosuke.

È qui, nella sala principale del tempio di Sengakuji, che l’abate e i monaci istruttori praticano regolarmente lo Zazen (meditazione buddista), recitano i sutra e officiano le cerimonie.

I caratteri sopra la porta centrale “獅子吼”(Shishi-ku) significano “ruggito del leone” e si riferiscono agli insegnamenti di Shakyamuni Buddha, che si dice siano stati pronunciati con la forza e il coraggio di un leone.

Pozzo Kubi-Arai (lavaggio della testa)

I 47 ronin dopo aver compiuto la loro vendetta uccidendo Kira, marciarono verso il tempio di Sengakuji per recarsi alla tomba del loro signore.

Quando arrivarono, lavarono prima la testa decapitata di Kira (kubi) in questo pozzo e poi la deposero davanti alla tomba del loro signore, annunciando il loro successo.

Le tombe di 47 samurai nel Sengakuji (Ako Gishi)

La storia della vendetta dei 47 ronin inizia con Asano Nagnori, il loro signore.

Asano Naganori, signore feudale di Ako, aggredì con la spada il suo consigliere e funzionario protocollare Kira Yoshinaka nel solenne castello di Edo quando non riuscì più a tollerare il modo in cui Kira lo trattava senza alcun rispetto.

Di conseguenza, lo shogunato punì Asano con l’ordine di uccidersi con il seppuku (hara-kiri) il giorno stesso.

I suoi servitori non poterono accettare la sentenza e 47 di loro si unirono sotto il capo dei servitori, Oishi Kuranosuke Yoshitaka, con la missione di vendicare la morte del loro padrone.

Il 14 dicembre 1702, fecero un’incursione nella residenza di Kira nella zona di Honjo a Edo e ripararono all’umiliazione subita dal loro signore.

Mostrarono il loro successo alla tomba di Asano presentando la testa decapitata di Kira e poi si consegnarono alle autorità per chiedere giustizia.

Tombe del Senkaku-ji dei 47 ronin
Tombe dei 47 ronin nel Senkaku-ji

La sera del 15 dicembre, ad altri quattro signori (Hosokawa, Matsudaira, Mori e Mizuno) fu affidata la custodia dei fedeli servitori. Dopo settimane di difficili deliberazioni, in quanto molte persone avevano apprezzato il loro gesto e il loro onore e senso di responsabilità, il 4 febbraio 1703, lo shogunato li condannò al seppuku, salvando la loro dignità di samurai. Ai 47 ronin fu così risparmiata l’esecuzione per decapitazione che sarebbe stata meno dignitosa e che era imposta in quei casi.

Furono immediatamente sepolti accanto alla tomba del loro padrone, separati in quattro blocchi a seconda delle residenze in cui erano stati ospitati.

Fu lasciato in vita solo uno dei 47 ronin, Kichiemon Terasaka, con il compito di tramandare la loro storia così che la memoria di quanto successo non andasse persa. Tra questi onorevoli samurai vi era anche il giovanissimo figlio di Kuranosuke, Oishi Chikara che aveva solo 15 anni al momento dell’evento e 16 quando compì seppuku.